"Non so se voi stimiate lieve risco | entrar con una donna in campo
armato; | ma io, benché ingannata, v'avvertisco | che 'l mettersi con
donne è da l'un lato | biasmo ad uom forte, ma da l'altro è poi | caso
d'alta importanza riputato. | Quando armate ed esperte ancor siam noi, |
render buon conto a ciascun uom potemo, | ché mani e piedi e core avem
qual voi; | e se ben molli e delicate semo, | ancor tal uom, ch'è
delicato, è forte; | e tal, ruvido ed aspro, è d'ardir scemo. | Di ciò
non se ne son le donne accorte; | che se si risolvessero di farlo, | con
voi pugnar porían fino a la morte. | E per farvi veder che 'l vero
parlo, | tra tante donne incominciar voglio io, | porgendo essempio a
lor di seguitarlo." (da Terze Rime, 1575, XVI, vv. 58-75)
(Veronica Franco, cortigiana e poetessa; Venezia, 1546 – Venezia, 22 luglio 1591)
Foto: seguace di Tintoretto, Ritratto di signora (presunto ritratto di Veronica Franco)