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mercoledì 29 maggio 2019

 Natura morta con grande rame e aragosta, olio su tela, 102x128 cm., collezione privata.
(Giuseppe Recco; Napoli, 1634 – Alicante, 29 maggio 1695)

venerdì 19 aprile 2019

Filippo Melantone, nome italianizzato di Philippus Melanchthon nato Philipp Schwarzerdt (Bretten, 16 febbraio 1497 – Wittenberg, 19 aprile 1560), è stato un umanista e teologo tedesco, amico personale di Martin Lutero e uno dei maggiori protagonisti della Riforma protestante.
Diversamente da Lutero, che era stato monaco agostiniano e aveva ricevuto l'ordine sacro, Melantone era un laico. Differente da Lutero anche come carattere, Melantone era un umanista amante della pace e moderato, alla ricerca di soluzioni equilibrate ai problemi e alle diatribe religiose che sconvolgevano la vita europea del tempo.
Se Melantone poteva dire di avere imparato il Vangelo da Lutero, questi trovò in Melantone – riformatore dell'istruzione e della pedagogia – una personalità complementare alla propria nel compito di rinnovamento della Chiesa. I due non potevano tuttavia essere più diversi: mentre Lutero era forte, corpulento, a tratti rumoroso e vicino al volgo; Melantone era una persona sensibile e tenera. A tratti Lutero si arrabbiava per la prudenza del più giovane Melantone e, nel contempo, questi soffriva per l'aggressività e la rozzezza di Lutero. Malgrado ciò i due si stimavano e conoscevano i reciproci pregi e difetti. Essi collaborarono intensamente specialmente nella traduzione del Nuovo Testamento in tedesco dell'autunno del 1521 che fu esaminata e corretta da Melantone; ad essa seguì nel 1524 la traduzione dell'Antico Testamento, cosicché apparve nel 1534 l'intera Bibbia in tedesco, detta la Bibbia di Lutero.
Già nel 1519 Melantone aveva peraltro accompagnato Lutero alla Disputa di Lipsia. Nel 1521 Melantone pubblicò la prima esposizione sistematica della teologia riformata (Loci communes rerum theologicarum). Egli poneva così i punti fermi della dottrina luterana, la quale sarà via via rielaborata e adattata negli anni 1535, 1543 e 1559.
Fra i riformati vi erano molte differenze, che costrinsero Melantone a molti viaggi e incontri. Nel 1529 Melantone guidò le trattative a Spira, mentre Lutero più prudentemente non volle parteciparvi. Egli partecipò pure nell'ottobre 1530 (questa volta con Lutero) all'incontro di Marburgo, dove incontrò Ulrich Zwingli e a quelli di Worms e Ratisbona. Il suo obiettivo principale rimase sempre introdurre le riforme senza ricorrere alla violenza e salvaguardare l'unità della Chiesa. A ciò corrispose un atteggiamento più conciliante rafforzato dalle sue indubbie capacità diplomatiche. Il risultato di tali incontri: i Torgauer Artikel, la Confessione augustana, l'Apologia della confessione di Augusta e il Tractatus de potestate papae, divennero, grazie alla sua abilità, i testi basilari riconosciuti della confessione luterana e contribuirono al successo stesso della Riforma.
Se fu possibile trovare un accordo su molti aspetti: il battesimo, la confessione, rimase, invece, aperta la questione dell'eucaristia e della presenza reale di Cristo nell'ostia consacrata o soltanto simbolica. Tale punto sarà lo spartiacque fra le chiese luterane e quelle riformate (calviniste e zwingliane).
Anche in seguito Melantone proseguì la propria politica conciliante e di unificazione, come emerge, ad esempio, nei due scritti all'arcivescovo di Colonia Hermann V. von Wieddel redatti nel 1543 con Martin Bucer.
Gli ultimi anni di Melantone furono pertanto amareggiati anche da controversie con i luterani più accesi che lo accusavano di tradimento a fronte di ogni minimo gesto di tolleranza verso usanze o costumi ritenuti ormai papisti, in particolare apparvero moderate le posizioni di Melantone sul ruolo della Chiesa e sulla funzione delle opere. Ciò non gli permise tuttavia neppure di sottrarsi all'accusa contraria, ossia di essere un criptocalvinista, per quanto riguardò invece la sua posizione sull'eucaristia.
Dopo la morte di Lutero nel 1546, Melantone fu unanimamente riconosciuto come guida del movimento protestante, I suoi sforzi di conciliazione caddero tuttavia nel vuoto, tanto che, proprio in quel periodo, nel 1546-1547 si giunse alla Guerra di Smalcalda fra l'Imperatore Carlo V e i principi luterani. (da wikipedia)
Foto: Lucas Cranach il Vecchio, Filippo Melantone, 1543.

lunedì 15 aprile 2019

Filippo Brunelleschi, per esteso Filippo di ser Brunellesco Lapi (Firenze, 1377 – Firenze, 15 aprile 1446), è stato un architetto, ingegnere, scultore, orafo e scenografo italiano del Rinascimento.

http://www.slideshare.net/esterbesusso/alla-scoperta-della-prospettiva

lunedì 27 agosto 2018

Flagellazione, olio su tela, basilica dei SS. Giovanni e Paolo, Venezia.
(Antonio Vassilacchi, chiamato l'"Aliense"; Milo, 1556 – Venezia, 27 agosto 1629)

sabato 18 agosto 2018

Sansone vittorioso, 1614-'16, olio su tela, 260x223 cm., Pinacoteca Nazionale di Bologna.
(Guido Reni; Bologna, 4 novembre 1575 – Bologna, 18 agosto 1642)

venerdì 3 agosto 2018

Progetto per S. Pietro in Vaticano.
(Antonio da Sangallo il Giovane, vero nome Antonio Cordini, architetto; Firenze, 12 aprile 1484 – Terni, 3 agosto 1546)

domenica 22 luglio 2018

"Non so se voi stimiate lieve risco | entrar con una donna in campo armato; | ma io, benché ingannata, v'avvertisco | che 'l mettersi con donne è da l'un lato | biasmo ad uom forte, ma da l'altro è poi | caso d'alta importanza riputato. | Quando armate ed esperte ancor siam noi, | render buon conto a ciascun uom potemo, | ché mani e piedi e core avem qual voi; | e se ben molli e delicate semo, | ancor tal uom, ch'è delicato, è forte; | e tal, ruvido ed aspro, è d'ardir scemo. | Di ciò non se ne son le donne accorte; | che se si risolvessero di farlo, | con voi pugnar porían fino a la morte. | E per farvi veder che 'l vero parlo, | tra tante donne incominciar voglio io, | porgendo essempio a lor di seguitarlo." (da Terze Rime, 1575, XVI, vv. 58-75)
(Veronica Franco, cortigiana e poetessa; Venezia, 1546 – Venezia, 22 luglio 1591)
Foto: seguace di Tintoretto, Ritratto di signora (presunto ritratto di Veronica Franco)

venerdì 20 luglio 2018

Orfeo e gli animali, olio su tela, 167x109 cm., Museo del Prado, Madrid.
(Alessandro Varotari, noto anche come il Padovanino; Padova, 4 aprile 1588 – Venezia, 20 luglio 1649)

sabato 2 giugno 2018

Perseo libera Andromeda, 1657-58, olio su tela, Ca' Rezzonico, Venezia.
(Francesco Maffei; Vicenza, 1605 circa – Padova, 2 giugno 1660)

giovedì 31 maggio 2018

Il miracolo di san Marco che libera lo schiavo (dettaglio), 1548 ca., olio su tela, : 415x541 cm., Gallerie dell'Accademia, Venezia.
(Jacopo Robusti, noto come il Tintoretto; Venezia, 29 aprile 1519 – Venezia, 31 maggio 1594)


sabato 26 maggio 2018

L'onore vince l'inganno (dettaglio), 1561, marmo, Bargello, Firenze.
(Vincenzo Danti; Perugia, 1530 – Perugia, 26 maggio 1576)