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martedì 18 dicembre 2018

"I'm not someone who has had to deal with much personal drama outside of the usual: growing up with parents who hated each other, two marriages and divorces of my own. There was the cancer thing, too."
(Penny Marshall, attrice, regista e produttrice; New York, 15 ottobre 1943 – Los Angeles, 18 dicembre 2018)
"I bracconieri sono simpaticissimi… Sono stato l’altro giorno in Corsica con degli amici in barca. Mi sono divertito da morire. Abbiamo buttato i paranchi la sera e la mattina alle cinque li abbiamo tirati su. Oh! Cinquanta saraghi… credo abusivamente. Credo." Dal Corriere della Sera del 20 agosto 1994, quando ricopriva la carica di Ministro per l'ambiente e la tutela del territorio.
(Altero Matteoli, politico; Cecina, 8 settembre 1940 – Capalbio, 18 dicembre 2017)
Gabriele Maria D'Annunzio, detto Gabriellino e conosciuto anche come Gabriele Steno, attore e regista (Roma, 10 aprile 1886 – Roma, 18 dicembre 1945)
Si ammalò misteriosamente nel 1925; la madre Maria Hardouin di Gallese accusò la nuora Maria Teresa Brizi di averlo avvelenato. Mentre Gabriellino era in clinica a curarsi, la moglie, in carcere in attesa di processo, morì nel 1926 di tubercolosi. Gabriellino visse fino al '45, sempre tormentato da disturbi nervosi e alla vista, probabilmente causati dalla sifilide che forse non gli aveva passato neppure la moglie (secondo il biografo Paolo Alatri tra Gabriellino e la giovane morte i rapporti erano solo "fraterni").
Zsa Zsa Gábor, pseudonimo di Sari Gabor, attrice (Budapest, 6 febbraio 1917 – Los Angeles, 18 dicembre 2016)
"Io attendo con impazienza le rughe, la vecchiaia: le rughe mi toglieranno questo volto di bambola, e la gente mi prenderà più sul serio, potrò interpretare ruoli più intelligenti." Dall'intervista di Oriana Fallaci, giugno 1964.
(Virna Lisi, nome d'arte di Virna Pieralisi, attrice; Ancona, 8 novembre 1936 – Roma, 18 dicembre 2014)

lunedì 18 dicembre 2017

Noelie Dasouza Machado, conosciuta come China Machado (Shanghai, 25 dicembre 1929 – Stony Brook, 18 dicembre 2016), top model. È stata la prima persona non bianca ad apparire sulla copertina di una rivista di moda americana nel 1959. 
foto: Richard Avedon, China Machado in abiti di Ben Zuckerman, New York, 1958.

Violino, 1711, Metropolitan Museum of Art.
Antonio Stradivari, liutaio (Cremona, 1644 – Cremona, 18 dicembre 1737).
Molti studiosi hanno avanzato teorie sulla presunta superiorità degli strumenti di Stradivari, ma i tentativi di identificare una sola componente responsabile della qualità sonora si sono finora dimostrati del tutto insufficienti. In realtà l'unico segreto è probabilmente riconducibile all'eccelsa maestria sviluppata e applicata dal maestro liutaio Stradivari. Secondo alcuni tale elemento risiederebbe nella densità del legno, secondo altri nel trattamento chimico del legno stesso, altri ancora sostengono una "formula segreta" della vernice. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge, dopo aver analizzato i frammenti di un violoncello realizzato dal maestro nel 1711, è giunto alla conclusione che l'elemento determinante contenuto nella vernice debba essere fatto risalire alle ceneri vulcaniche della regione cremonese. Secondo un'équipe di scienziati della Texas A&M University, College Station, diretti da Joseph Nagyvary, le vernici usate erano arricchite con cristalli minerali submicroscopici; ne sono stati individuati 22, ma ve ne sarebbero ancora altri. Secondo quanto finora scoperto, Stradivari, al fine di rinforzare la struttura del legno, usava una preparazione vitrea: un composto di potassa, silice e carbone.
Dopo una lunga esposizione a questo composto, il legno diveniva quasi cristallizzato e ciò gli conferiva un eccellente resistenza al tempo. A questo punto la vernice non poteva essere applicata direttamente perché avrebbe reagito chimicamente col primo strato. Così Stradivari applicava un secondo strato: un isolante composto da albume, miele, zucchero e gomma arabica. Infine stendeva un sottile strato di vernice che non entrava in profondità nel legno del violino. Secondo questo studio, il trattamento del legno serviva anche alla sua conservazione contro parassiti e muffa; ma al contrario, un altro studio sostiene che proprio l'aggressione della muffa darebbe speciali qualità sonore al legno stradivariano, tanto che si è tenuto un esperimento in cieco in cui si è messo a paragone un violino Stradivari ed uno moderno costruito con legno trattato con muffa e questo secondo strumento ne è risultato vincitore.
Per i suoi strumenti, Stradivari utilizzava l'acero dei Balcani nella realizzazione del fondo, delle fasce e del manico; l'abete rosso della val di Fiemme per la tavola. Una leggenda senza alcun fondamento racconta che egli facesse rotolare i tronchi e che ne ascoltasse il suono per scegliere i migliori. Secondo alcuni studi, tuttavia, il legno delle piante cresciute nel periodo tra il 1645 e il 1715 avrebbe caratteristiche particolarmente adatte alla costruzione degli strumenti ad arco a causa del Minimo di Maunder, una "piccola era glaciale", caratterizzata da un sensibile abbassamento della temperatura media e da un aumento delle precipitazioni, che interessò l'Europa continentale. Secondo questa teoria, le particolari condizioni climatiche portate dalla glaciazione avrebbero causato una diminuzione dell'attività foto-sintetica delle piante, riducendone la velocità di crescita e dando origine ad un legno più compatto ed elastico. Grazie a queste caratteristiche, Stradivari (e con lui tutti i liutai della sua epoca) avrebbe potuto disporre di legni privi di imperfezioni. (da Wikipedia)