"I am flippant. That's one of my charms."
(Ryan O'Neal, nome completo Charles Patrick Ryan O'Neal, attore; Los Angeles, 20 aprile 1941 – Los Angeles, 8 dicembre 2023)
"I am flippant. That's one of my charms."
(Ryan O'Neal, nome completo Charles Patrick Ryan O'Neal, attore; Los Angeles, 20 aprile 1941 – Los Angeles, 8 dicembre 2023)
"Ed io, lì in mezzo [ai partiti], che cosa ci rimanevo a fare con le mie idee troppo semplici e gli ideali troppo seri?"
(Ferruccio Parri, politico e antifascista, conosciuto come "Maurizio" durante la guerra di liberazione italiana per cui venne decorato, e il primo presidente del Consiglio dei ministri a capo di un governo di unità nazionale istituito alla fine della seconda guerra mondiale; Pinerolo, 19 gennaio 1890 – Roma, 8 dicembre 1981)
"Jetzt hab’ ich alles erledigt. Und, Fein, was mache ich jetzt?" al suo biografo, Egon Fein, quando già vecchio e nalato andò in pensione.
(Max Grundig, fondatore negli anni '30 dell'azienda Grundig AG, cominciata costruendo apparecchi radio; Norimberga, 7 maggio 1908 – Baden-Baden, 8 dicembre 1989)
Nicola Vincenzo "Nicky" Crane (Bexley, 21 maggio 1958 – Paddington, 8 dicembre 1993), delinquente e militante neonazista dalla doppia vita. Negli anni '80 si fece quattro anni di carcere per atti di violenza razzista, fu uno dei dei creatori della rete musicale di promozione nazionalista chiamata "Blood & Honour" e fece scandalo per essere apparso sulla copertina di un disco pubblicato dalla Decca. Nel 1992 però, saputo di avere l'AIDS, mollò tutto e fece coming out come gay, ammise di aver girato dei film porno e andò a vivere col suo amante, un maturo uomo ebreo.
“Hurt? I’ve had cuts . . . see my nose? It used to be straight . . . My teeth have been knocked out, I’ve had a broken jaw, fingers broken, bad knees . . . You bet I’ve been hurt.”
(John "Jack" Lanza, meglio conosciuto con il ring name di Blackjack Lanza, nomi d'arte di John Mortl Lanzo, wrestler con un passato di professore universitario di sociologia; Albuquerque, 14 ottobre 1935 – 8 dicembre 2021)
Mohsen Shekari (24 febbraio 2000 – 8 dicembre 2022) è stato un attivista iraniano, torturato per estorcere una confessione utile per la propaganda governativa e poi ucciso dal governo iraniano con l'accusa di "muovere guerra contro Dio" poiché aveva partecipato alle Proteste per la morte di Mahsa Amini, la ragazza massacrata di botte per non aver indossato correttamente l'hijab. Mohsen, che fu il primo dei ragazzi della protesta ad essere giustiziato, aveva anche colpito a una spalla con una lama un "poliziotto della morale" che ebbe bisogno di 13 punti di sutura per la ferita.