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martedì 24 febbraio 2015

"Botti di Campailla" al Museo Tommaso Campailla, Modica.
Tommaso Campailla (Modica, 6 aprile 1668 – Modica, 7 febbraio 1740), letterato e medico sui generis. (...) Il suo impegno gli consentì la sperimentazione, dal 1698 in poi, delle famose "botti" per la cura non solo della sifilide (che era il male del secolo, temuto dalla Chiesa come un nuovo castigo di Dio per i peccati degli uomini), ma anche dei reumatismi e in genere di qualunque forma di artrosi. La "botte" in realtà è una stufa mercuriale con all'interno uno sgabello, sul quale il paziente veniva fatto sedere, in attesa della cura. Questa consisteva nel versare, in un braciere che si trovava pure all'interno della stufa, la dose di cinabro, da cui per sublimazione esalavano i vapori di mercurio, che erano poi assorbiti dal corpo del paziente in piena sudorazione. La novità introdotta dal Campailla consistette nell'aggiunta dell'incenso all'interno della botte, in una dose che consentiva ai vapori sprigionati di essere più "respirabili", per un certo lasso di tempo, variabile dai 10 ai 20 minuti circa, a seconda dalle condizioni soggettive del paziente. Tale "espediente" consentì al Campailla di modificare la sua botte, rispetto alle altre esistenti in giro per l'Italia e l'Europa: queste ultime avevano un foro in alto, da cui usciva la testa dei malati di sifilide, che in tal modo non respiravano i vapori di mercurio medicamentosi. Tali vapori con questo vecchio metodo erano curativi solamente per i sifilomi che infestavano la cute dei malati, che regredivano, ma non si aveva la guarigione dal morbo, i cui germi continuavano ad agire e miltiplicarsi nel sangue dei soggetti infetti. Grazie all'innovazione di Tommaso Campailla, i pazienti venivano invece introdotti all'interno della botte comprendendo la testa, onde consentire ad essi di respirare la miscela di mercurio e incenso, la quale in tal modo, agendo all'interno del sangue, uccideva i germi, diminuendo la carica patogena dei batteri, comportando ciò delle guarigioni, a volte anche definitive, che all'epoca avevano del "miracoloso". "...dopo la cura mercuriale col metodo Campailla si può assistere a delle rinascite complete di individui ridotti in condizioni impressionanti di cachessia o con lesioni tali da rendersi impossibile qualsiasi intervento curativo per via percutanea o ipodermica". I risultati furono talmente soddisfacenti che Modica acquisì notorietà in tutta Europa anche per le botti del Campailla, ancora esistenti all'interno dell'antico Ospedale di S. Maria della Pietà, e visitabili all'interno di un percorso museale dedicato. Le botti del Campailla furono, con scarsi risultati, imitate in Italia e all'estero: nel 1891 sorse a Palermo, per opera del prof. Mannino della facoltà di Medicina, un Sanatorio Campailla; agli inizi del Novecento, fu costruita anche a Roma una Botte di Modica; a Milano, ancora negli anni cinquanta, furono costruite botti di vetro dello stesso tipo di quelle del Campailla; a Parigi furono fondati istituti a imitazione del Sifilocomio Campailla, per la cura delle malattie reumatiche e nevralgiche. (da wikipedia)