"Scrivo sol per sfogar l'interna doglia,
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m'invoglia:
Ch'io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l'ardor, l'intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l'affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto." (incipit delle Rime, 1538)
(Vittoria Colonna; Marino, aprile 1490 – Roma, 25 febbraio 1547)
Foto: Sebastiano del Piombo, Ritratto di Vittoria Colonna, olio su tavola, Barcellona, Museu Nacional d'Art de Catalunya, Collezione Cambò.
Di che si pasce il cor, ch'altro non vole,
E non per giunger lume al mio bel sole,
Che lasciò in terra sì onorata spoglia.
Giusta cagione a lamentar m'invoglia:
Ch'io scemi la sua gloria assai mi dole;
Per altra penna e più saggie parole
Verrà chi a morte il suo gran nome toglia.
La pura fè, l'ardor, l'intensa pena
Mi scusi appo ciascun, grave cotanto
Che né ragion né tempo mai l'affrena.
Amaro lagrimar, non dolce canto,
Foschi sospiri e non voce serena,
Di stil no, ma di duol mi danno il vanto." (incipit delle Rime, 1538)
(Vittoria Colonna; Marino, aprile 1490 – Roma, 25 febbraio 1547)
Foto: Sebastiano del Piombo, Ritratto di Vittoria Colonna, olio su tavola, Barcellona, Museu Nacional d'Art de Catalunya, Collezione Cambò.
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