Tiberio
Mitri, "La tigre di Trieste" (Trieste, 12 luglio 1926 – Roma, 12
febbraio 2001) è stato un pugile e attore cinematografico italiano.
Nel 1959 fu nel cast del film La grande guerra, al fianco di Vittorio Gassman e Alberto Sordi. In quel periodo apparve spesso anche in televisione, ospite di trasmissioni di varietà. Dopo il 1975 si può dire terminata anche la carriera cinematografica, a parte, nel 1985, una piccola comparsata in La signora della notte (nei panni di sé stesso) e il cameo del 1995 (ancora nei panni di sé stesso) in Pugili. Gli ultimi anni di vita furono segnati, oltre che da gravi problemi familiari (la morte dei due figli: Alessandro, nel 1981, a soli 30 anni, a causa della droga, e Tiberia, avuta da Helen de Lys Meyer, un'ereditiera americana, per AIDS), da un progressivo deterioramento delle facoltà mentali, riconducibile sia ai traumi subiti negli incontri sia alla dipendenza dalla cocaina, a causa della quale fu arrestato due volte, nel 1970 e nel 1980, e dall'alcolismo.
Morì travolto da un treno locale sulla linea Roma-Civitavecchia, mentre camminava, presumibilmente in stato confusionale, lungo i binari nei pressi di Porta Maggiore, due chilometri dopo la Stazione Termini. Negli ultimi mesi di vita il pugile usciva di casa e vagava per ore, senza meta; aveva la malattia di Alzheimer.
Nel 1959 fu nel cast del film La grande guerra, al fianco di Vittorio Gassman e Alberto Sordi. In quel periodo apparve spesso anche in televisione, ospite di trasmissioni di varietà. Dopo il 1975 si può dire terminata anche la carriera cinematografica, a parte, nel 1985, una piccola comparsata in La signora della notte (nei panni di sé stesso) e il cameo del 1995 (ancora nei panni di sé stesso) in Pugili. Gli ultimi anni di vita furono segnati, oltre che da gravi problemi familiari (la morte dei due figli: Alessandro, nel 1981, a soli 30 anni, a causa della droga, e Tiberia, avuta da Helen de Lys Meyer, un'ereditiera americana, per AIDS), da un progressivo deterioramento delle facoltà mentali, riconducibile sia ai traumi subiti negli incontri sia alla dipendenza dalla cocaina, a causa della quale fu arrestato due volte, nel 1970 e nel 1980, e dall'alcolismo.
Morì travolto da un treno locale sulla linea Roma-Civitavecchia, mentre camminava, presumibilmente in stato confusionale, lungo i binari nei pressi di Porta Maggiore, due chilometri dopo la Stazione Termini. Negli ultimi mesi di vita il pugile usciva di casa e vagava per ore, senza meta; aveva la malattia di Alzheimer.
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