"Mi sentii agghiacciare. Non era un senso di colpa che mi agghiacciava.
Avevo imparato a non sentirmi mai colpevole. Non era la spaventosa
sensazione di sentirmi ormai inevitabilmente perduto che mi
agghiacciava. Avevo imparato a non far tesoro di nulla. Non era l'odio
per la morte che mi agghiacciava. Avevo imparato a considerare la morte
come un'amica. Non era una rabbia sconsolata che mi agghiacciava. Avevo
imparato che un uomo farebbe meglio a cercare di tirare tempestate di
diamanti in un tombino, piuttosto che aspettarsi giusti castighi e
ricompense. Non era il pensiero di essere così poco amato che mi
agghiacciava. Avevo imparato a vivere senza amore. Non era la crudeltà
di Dio che mi agghiacciava. Avevo imparato a non aspettarmi mai nulla da
Dio. Quel che mi agghiacciava era il fatto di non avere assolutamente
alcun motivo per muovermi in una direzione piuttosto che in un'altra.
Era stata la curiosità a farmi procedere per tutti quegli anni morti e
senza scopo. Adesso era morta e sepolta anche quella." Da Madre notte.
(Kurt Vonnegut Jr., scrittore; Indianapolis, 11 novembre 1922 – New York, 11 aprile 2007)

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