"Le donne si trovano dovunque a vivere in questa deplorevole condizione:
per difendere la loro innocenza, eufemismo per ignoranza, le si tiene
ben lontane dalla verità e si impone loro un carattere artificioso,
prima ancora che le loro facoltà intellettive si siano fortificate. Fin
dall'infanzia si insegna loro che la bellezza è lo scettro della donna e
la mente quindi si modella sul corpo e si aggira nella sua gabbia
dorata, contenta di adorarne la prigione. Gli uomini possono scegliere
attività e occupazioni diverse che li tengono impegnati e concorrono
inoltre a dare un carattere alla mente in formazione. Le donne invece
costrette come sono di occuparsi di una cosa sola e a concentrarsi
costantemente sulla parte più insignificante di se stesse, raramente
riescono a guardare al di là di un successo di un'ora. Ma se il loro
intelletto si emancipasse dalla schiavitù a cui le hanno ridotte
l'orgoglio e la sensualità degli uomini, insieme al loro miope desiderio
di potere immediato, simile a quello di dominio da parte dei tiranni,
allora ci dovremmo sorprendere delle loro debolezze." Da Rivendicazione dei diritti della donna, 1792.
(Mary Wollstonecraft, scrittrice e filosofa; Londra, 27 aprile 1759 – Londra, 10 settembre 1797)
Foto: in un ritratto di John Opie.
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