"Federico (Fellini) era molto incuriosito da me, lui era un'enorme puttana, con quella vocina, però molto generoso, ma anche dotato di grande cattiveria sottile, così nacque il mio piccolo personaggio per La dolce vita. Un personaggio che comunque portava un'innovazione dal punto di vista del costume, Roma infatti non era Parigi. Abbiamo litigato molto sul set, non volevo fare il travestito bellino, lui invece mi voleva molto bello con accanto un travestito non bello, allora io gli dissi: vedi Federico, qui le frocie, belle o brute, rimorchiano comunque tutte, ma lui non capiva, sa, un piccolo borghese di provincia, però molto tempo dopo, quando io richiesi al Papa d'avere riconosciuta la santità, lui mi scrisse una bella lettera." Da un'intervista di Fulvio Abbate per L'Unità, 2003.
(Dominot, pseudonimo di Antonio Iacono, attore, mimo, travestito; Tunisi, 1930 – Velletri, 17 ottobre 2014)
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