"Mi dicono ch'io sia figlio di cortigiana; ciò non mi torna male; ma
tuttavia ho l'anima di un re. Io vivo libero, mi diverto, e perciò posso
chiamarmi felice. - Le mie medaglie sono composte d'ogni metallo e di
ogni composizione. La mia effigie è posta in fronte a' palagi. Si
scolpisce la mia testa sopra i pettini, sopra i tondi, sulle cornici
degli specchi, come quella di Alessandro, di Cesare, di Scipione. Alcuni vetri di cristallo si chiamano vasi aretini. Una razza di cavalli ha preso questo nome, perché papa Clemente
me ne ha donato uno di quella specie. Il ruscello che bagna una parte
della mia casa è denominato l'Aretino. Le mie donne vogliono esser
chiamate Aretine. Infine si dice stile aretino. I pedanti possono morir
di rabbia prima di giungere a tanto onore." Dalle Lettere.
(Pietro Aretino, poeta, scrittore, drammaturgo; Arezzo, 20 aprile 1492 – Venezia, 21 ottobre 1556)
Foto: Tiziano, Ritratto di Pietro Aretino, 1512, olio su tela, Palazzo Pitti, Firenze.
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