lunedì 4 marzo 2019

Saladino (in arabo Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb; Tikrit, 1137 – Damasco, 4 marzo 1193) è stato un sovrano e condottiero curdo, sultano d'Egitto, Siria e Hijaz, dal 1174 alla sua morte, col laqab di al-Malik al-Nāṣir ("il sovrano vittorioso"). Ha fondato la dinastia degli Ayyubidi ed è annoverato tra i più grandi strateghi di tutti i tempi.
Musulmano sunnita di origine curda, Saladino ha rappresentato l'opposizione musulmana alle crociate europee nel Levante. Al culmine del suo potere, il suo sultanato incluse Egitto, Siria, Mesopotamia, Hijaz, Yemen e altre parti del Nordafrica.
Sotto la guida personale di Saladino, l'esercito ayyubide sconfisse i crociati nella decisiva battaglia di Ḥattīn nel 1187, aprendo la strada alla riconquista musulmana della Palestina dai crociati, che vi si erano insediati 88 anni prima. Anche se il Regno di Gerusalemme, come regno crociato, avrebbe continuato ad esistere per un periodo prolungato, la sconfitta subita ad Ḥattīn segnò una svolta nel suo conflitto con i poteri musulmani della regione. Saladino è diventato una figura di spicco nella cultura musulmana, araba, turca e curda. Nel 1193 morì a Damasco, dopo aver devoluto gran parte della sua ricchezza ai suoi sudditi. Saladino è sepolto in un mausoleo adiacente alla Moschea degli Omayyadi.
Dante Alighieri porrà, oltre un secolo più tardi, Saladino tra i valorosi non cristiani del Limbo, a testimoniare la sua duratura fama di uomo retto ed esempio di virtù cavalleresca. Questo non vuol dire, naturalmente, che Saladino non operasse con la durezza tipica dei suoi tempi verso i suoi avversari, senza però scadere nell'efferatezza fine a se stessa o nella crudeltà gratuita.
Saladino valentissimo signore e allora soldano di Babilonia è protagonista della Novella nona della Decima Giornata del Decamerone di Boccaccio. Del pari, il suo nome, talvolta nascosto dietro l'espressione fantasiosa di "Soldano di Baghdad", appare sovente nel Novellino, come esempio di rettitudine, di saggezza e di buon governo.
Foto: la celebre e rara figurina del 1937

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