"Sostengo d'essere cittadino italiano perché sono stato nominato
ufficiale nell'esercito italiano. Devo però ammettere che non ho avuto
lo svincolo dalla sudditanza austriaca. Ammetto inoltre di aver svolto,
sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con
l'Italia, in tutti i modi – a voce, in iscritto, con stampati – la più
intensa propaganda per la causa d'Italia e per l'annessione a
quest'ultima dei territori italiani dell'Austria; ammetto d'essermi
arruolato come volontario nell'esercito italiano, d'esservi stato
nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l'Austria e
d'essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. In particolare
ammetto di avere scritto e dato alle stampe tutti gli articoli di
giornale e gli opuscoli inseriti negli atti di questo tribunale al N. 13
ed esibitimi, come pure di aver tenuto i discorsi di propaganda ivi
menzionati. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che
consisteva nell'indipendenza delle province italiane dell'Austria e
nella loro unione al Regno d'Italia." Dalla dichiarazione resa durante il processo per alto tradimento.
(Cesare Battisti, giornalista, geografo, politico, patriota; Trento, 4 febbraio 1875 – Trento, 12 luglio 1916)
Foto: Adolfo Wildt, Busto di Cesare Battisti, 1928, marmo, Monumento alla Vittoria, Bolzano.
Foto: Adolfo Wildt, Busto di Cesare Battisti, 1928, marmo, Monumento alla Vittoria, Bolzano.
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