venerdì 12 luglio 2019

"Sostengo d'essere cittadino italiano perché sono stato nominato ufficiale nell'esercito italiano. Devo però ammettere che non ho avuto lo svincolo dalla sudditanza austriaca. Ammetto inoltre di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l'Italia, in tutti i modi – a voce, in iscritto, con stampati – la più intensa propaganda per la causa d'Italia e per l'annessione a quest'ultima dei territori italiani dell'Austria; ammetto d'essermi arruolato come volontario nell'esercito italiano, d'esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l'Austria e d'essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. In particolare ammetto di avere scritto e dato alle stampe tutti gli articoli di giornale e gli opuscoli inseriti negli atti di questo tribunale al N. 13 ed esibitimi, come pure di aver tenuto i discorsi di propaganda ivi menzionati. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che consisteva nell'indipendenza delle province italiane dell'Austria e nella loro unione al Regno d'Italia." Dalla dichiarazione resa durante il processo per alto tradimento.
(Cesare Battisti, giornalista, geografo, politico, patriota; Trento, 4 febbraio 1875 – Trento, 12 luglio 1916)
Foto: Adolfo Wildt, Busto di Cesare Battisti, 1928, marmo, Monumento alla Vittoria, Bolzano.

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