"Ultimo forse rappresentante genuino della gloriosa nobiltà meridionale,
io sto da solo in questa casa crollata più che per metà, e che seguita a
crollare un poco ogni giorno, in cui il vento si insinua gemendo,
zufolando, facendo garrire le pendule tappezzerie. Ormai, per volger dei
tempi, povero in canna, mi scaldo la minestra da me, poi passeggio
infaticabilmente nelle sale vuote, più sovente in cucina a causa del
freddo; e tutto pur di non lavorare, che sarebbe cosa vergognosa, ma in
ispecie direi pur di non vivere." Da Opere, I, Rizzoli, Milano, 1991, p. 667.
(Tommaso Landolfi, scrittore, poeta e traduttore; Pico, 9 agosto 1908 – Ronciglione, 8 luglio 1979)
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