"Certamente non siamo gli unici animali
che vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza. In altre parole,
non c'è una linea netta tra l'animale uomo e il resto del regno
animale. È una linea indistinta e lo sarà sempre...
La paura in una
scimmia, un cane, un maiale, viene vissuta verosimilmente alla stessa
maniera della specie umana. Giovani animali, umani o di altre specie,
mostrano, difatti, comportamenti simili quando sono ben nutriti e sicuri
– sono vivaci, saltellano, fanno piroette, rimbalzano, fanno capriole –
tanto che è difficile non credere che non provino sentimenti molto
simili. Essi sono, in altre parole, pieni di gioia di vivere – sono
felici... un giovane scimpanzé,
dopo la morte della sua mamma, mostra un comportamento simile alla
depressione che affligge i bambini – postura incurvata, dondolio, occhi
offuscati fissi nel vuoto, perdita di interesse per quanto accade
attorno a sé. Se un piccolo d'uomo può soffrire di dolore, così può
soffrire un giovane scimpanzé...
...stare a chiedersi se scimpanzé,
elefanti, cani e così via, sperimentino felicità, tristezza,
disperazione, rabbia, è uno spreco di tempo – poiché queste cose sono
evidenti a chiunque abbia... sperimentato nella sua vita una conoscenza
degli animali."
(Valerie Jane Morris-Goodall, meglio nota come Jane Goodall, etologa, antropologa e scrittrice; Londra, 3 aprile 1934 – 1 ottobre 2025)

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