[L'intervistatore chiede: Qual è la trasformazione più eclatante che ha modificato il soggetto occidentale?] "È quella che ho appena evocato e che stiamo attualmente vivendo, il mistero della tendenza dell'umanità all'autodistruzione. Tendenza paradossale che sfida i paradigmi fin qui conosciuti: da quello, peculiare della modernità, di un soggetto prometeico, di un homo oeconomicus razionale e progettuale capace di foresight e proiettato nel futuro, a quello, esaltato dal pensiero postmoderno, di un soggetto edonista che si oppone all’etica del sacrificio per godere della felicità del presente. Oggi assistiamo, come direbbe Günther Anders, alla perversione di entrambi, a causa della scissione tra fare e immaginare, tra conoscere e sentire. Abbiamo un Prometeo senza foresight e un Narciso senza piacere: il primo sembra aver perso il senso e lo scopo dell'agire e procede ciecamente senza più chiedersi le conseguenze future del suo agire. Il secondo appare schiacciato sulla futilità della ricerca di un illusorio e autarchico benessere, ormai incapace di anelare alla felicità. Le sfide epocali della contemporaneità esigono perciò un nuovo tipo di soggettività, che deve ancora nascere, che si assuma la responsabilità del futuro e del destino del mondo e metta in atto strategie di cura per la ricostruzione di un mondo comune e per la difesa del mondo vivente." dall'intervista di Davide D'Alessandro, Elena Pulcini, la filosofia che può salvarci, ilfoglio.it, 5 settembre 2019.
(Elena Pulcini, filosofa; L'Aquila, 10 marzo 1950 – Firenze, 9 aprile 2021)
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